Dichiarazione d'Artista

L’essenza della mia ricerca artistica nasce dalla volontà di osservare l’essere umano per estrarre e portare alla luce il suo mondo interiore, la sua dimensione spirituale e animica affinchè possa ricordarsi della sua natura divina.

La società, soprattutto attuale, che poggia i suoi valori sui pilastri del consumismo, del materialismo e della spasmodica corsa all’avere e al possedere, mi ha spinta a guardare dentro quelle emozioni e quei sentimenti celati e repressi, ma capaci di rendere l’uomo sublime, meraviglioso e in grado di realizzare grandi opere.

In un mondo così soffocante, dove lo spazio e il tempo diventano sempre più stretti e invivibili, ho dovuto per forza creare opere in cui lo spazio non è quasi mai rappresentato e il tempo è rallentato, quasi inamovibile: qui le figure sono finalmente libere di muoversi lentamente e con grazia, e possono manifestarsi nella loro vera essenza.

Non amo i contorni troppo definiti, soprattutto nei corpi: le figure sono energia pura che si condensa fino a raggiungere la consistenza umana, la quale è definita maggiormente nei volti e nella mani che per me hanno grande importanza. In quanto energia, dunque, le figure possono apparire rarefatte, forse eteree.

É così che cerco di sublimare l’uomo, ovvero ponendo l’attenzione sulla sua vera bellezza.
Credo, infatti, che tra i doveri fondamentali di un artista vi sia quello di produrre bellezza e diffonderla ovunque.
Non mi interessa un’arte che ponga inquietanti quesiti sull’esistenza, o che tratti tematiche che possano indurre in chi guarda l’opera ansia o frustrazione: a me piace pensare all’arte come un balsamo lenitivo che tenti di guarire le ferite dell’anima accarezzandola, che sia dell’artista o di chi osserva l’opera.

Negli anni ho esplorato varie tecniche pittoriche, ma ormai prediligo gli acrilici su tavola. Il supporto di legno, essendo rigido, mi permette di usare la spatola anche energicamente senza essere traballante come sarebbe su tela.
Quando sono nell’ispirazione osservo a lungo la tavola bianca posta davanti a me, la contemplo anche per ore tracciandovi con la mente un disegno che poi tento di riprodurre, e puntualmente mi rendo conto di non rispettare mai la mia idea originaria. Mi lascio guidare dall’opera stessa in percorsi non calcolati né programmati, come ad esempio nella scelta dei colori, delle luci o di altri dettagli.
É come se l’opera fosse dotata di vita propria, per questo non ho mai realizzato uno studio preparatorio o un bozzetto, è l’istinto a guidarmi.

Prediligo le figure femminili, talvolta in età infantile; ritengo essere questo il modo più adatto per esprimere quella grazia e quella purezza che vado cercando.

Durante la mia formazione scolastica ho molto studiato il corpo umano, le opere e le tecniche dei Maestri del Rinascimento: questo ha inevitabilmente e piacevolmente influenzato il mio linguaggio artistico, arricchito dal mio interesse per Gustav Klimt, Egon Schiele, Monet etc.

Con il trascorrere del tempo mi sento sempre più attratta dal concetto di Energia, che così come si condensa e crea l’uomo, seguendo un flusso continuo come in una danza infinita si disgrega e lo smaterializza per poi ricomporlo, migliorandolo ogni volta.

Scrivono di me...

Antonio Castellana

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Marco Rebuzzi

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Serena Carlino

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Sandro Serradifalco

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